Sarò vostra figlia se non mi fate mangiare le zucchine. Storia di un’adozione
Tommy Dibari, ed. Icaro Publishing, 2015
Il diario di una giovane coppia che cerca di realizzare la più appassionante delle rivoluzioni: costruire una famiglia. Tommy e Doriana vogliono un figlio, lo desiderano ardentemente ma, come recita un antico detto ebraico, quando l’uomo pensa, Dio ride. E così i due vengono risucchiati in un percorso fatto di controlli, analisi, terapie di Gonal F, inseminazioni, fivet, tour religiosi in cerca della grazia, e diete stimolanti a base di peperoncino scaricate dalla rete. Il figlio però non arriva. Il tragicomico pellegrinaggio in lungo e in largo attraverso lo stivale continua tra ospedali, cliniche private, camici bianchi e camici sporchi. Con il passare del tempo la loro vita assomiglia sempre di più a quella dei topolini da laboratorio in attesa del prossimo esperimento o della nuova scatola di siringhe ormonali. Intanto i palazzi della città si riempiono di fiocchi rosa e azzurri sui portoni, i giardinetti sono pieni di mamme che spingono carrozzine, i bambini piangono in ogni casa tranne che al quarto piano di via Chieffi 51. Dopo tanti, troppi tentativi, all’improvviso accade qualcosa. Tommy e Doriana decidono di uscire dal tunnel in cui erano finiti e di seguire il cuore. L’amore li riconduce a se stessi, nel luogo dell’anima dove i palpiti contano più dei parametri di riferimento. Così scendono in profondità, nel posto segreto delle emozioni verso una scelta altrettanto difficile e faticosa: quella dell’adozione. Si tuffano tra le braccia dei giudici, degli psicologi e degli assistenti sociali, sussurrando loro che da qualche parte nel mondo c’è un bambino che li aspetta. Dopo tante difficoltà, la risposta arriva dal tribunale italiano: c’è uno scricciolo fragile come una foglia che risponde al nome di Martina, non vuole né zucchine né botte e ha un’immensa fame d’amore.