cornicetraspMi chiamo Francesca, sono nata il 10 novembre 1982, a città del Guatemala.
Pesavo circa tre kg, parto naturale  in casa… Sono nata alle 5 del pomeriggio… Ho altri tre fratelli uno dato in adozione prima di me gli altri so che li ha tenuti, non so se ha messo al mondo altri figli.
Mi ha partorito e la ringrazio per aver portato a termine la gravidanza  è stato il tramite per arrivare alla mia famiglia… so che in un paese di profonda povertà è raro che da sola riesci a crescere più di un figlio dignitosamente e senza far ricadere su di lui i tuoi sbagli.
So anche nome e cognome di quella che chiamano in parecchi “mamma bio”… ma io riserbo questo preziosissimo nome a quella magnifica persona che è stata al mio fianco dall’età di tre mesi fino ad ora.
Gino e Marisa sono i miei genitori, quelli VERI che non scambierei per nessun genitore bio, mi hanno amato e cresciuto così bene da farmi dimenticare a volte di essere stata adottata.
… Ci siamo incontrati all’aeroporto di Guatemala City, io ero un fagottino minuto, caso volle che fossero abbinati ad una bimba nata un mese prima ma saltó tutto e sono arrivata io tra le loro braccia, da quel giorno le nostre storie  si sono unite e la mia vita ha potuto avere inizio.
Sono stata così fortunata ad elaborare la mia storia da intraprendere a mia volta il cammino dell’adozione e proprio ora che il mio ruolo non è più solo di figlia, ma anche di madre, guardo mia madre nel ruolo di nonna e rivivo la mia infanzia e so che mi ha amata tantissimo.
La ringrazio, e non sarà mai abbastanza la riconoscenza che le riserbo… sia lei che mio padre che per la mia intera splendida famiglia per avermi dato l’esempio per diventare la donna che sono, moglie e madre…
La mia riconoscenza va anche per la vita che è troppo bella per essere sprecata a rimuginare sui sé e sui ma… quindi sì, dà un inizio burrascoso, incerto e dalla durezza di un abbandono dove non hai nulla neanche un cognome, la vita può regalarti l’amore e la protezione di  una famiglia il tesoro più prezioso nel mondo di un bimbo.

Francesca Pinto